Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Trento, 23 ottobre 2014 Ho recentemente interrogato il sindaco di Trento su un tema ora all’ordine del giorno: la nuova destinazione delle Caserme delle Viote sul Monte Bondone. L’ho interrogato dopo avere appreso che il Consiglio comunale di Garniga Terme aveva deliberato la modifica di destinazione d’uso delle zone denominate «ex caserme austroungariche delle Viote del Monte Bondone». In pratica si autorizzava la Patrimonio Trentino a predisporre un apposito studio di valorizzazione per la cui attuazione si rendeva necessaria una variante urbanistica riguardante la struttura complessiva, prevedendo la dotazione di attrezzature pubbliche, il potenziamento delle attività turistiche ricettive, la rimodulazione dei servizi per la ricettività all’aperto e per il tempo libero. Chiedevo al sindaco, che non mi ha ancora risposto, cosa ne pensasse anche in considerazione del fatto che è stato istituito il Parco naturale del Bondone, alla cui realizzazione concorrono gli altri comuni proprietari dei terreni compresi nel perimetro del parco stesso. Chiedevo se fosse al corrente delle ipotesi di lavoro del comune di Garniga Terme per la «valorizzazione» delle ex caserme austroungariche oppure se intendesse acquisire elementi conoscitivi al riguardo. Ora tutto è diventato molto chiaro. Ero e sono del parere che eventuali progetti di «valorizzazione» comportanti alterazioni dei luoghi— magari con aumenti di volumetrie o con iniziative «turistico-speculative» — compromettano la funzione di parco della zona delle Viote, vista la sua importanza dal punto di vista paesaggistico, botanico e faunistico. Ho chiesto perciò al sindaco, ove condividesse le mie preoccupazioni, se non ritenesse opportuno far presente al comune di Garniga Terme la contrarietà del comune di Trento verso iniziative che possono compromettere la funzione di parco naturale già decisa per tutto l’areale delle Viote. Ora i nodi si sono sciolti, ahimè, e i miei timori hanno trovato conferma nella scelta del grande e costoso resort, un centro benessere lussuoso — costerà 36 milioni di euro! — su una montagna che fatica a trovare una sua dimensione, pur avendo un’infinità di potenzialità. Certo, quella dell’albergo esclusivo forse ancora ci mancava e le perplessità a quanto pare arrivano dai più svariati e insospettabili ambienti. Albergatori compresi. A tanti trentini sarebbe piaciuto che quel luogo raccolto, decentrato, ma dalla storia importante, con le sue costruzioni severe ed eleganti, certo degradate e bisognose di interventi di restyling, fosse destinato a qualcosa di molto diverso. Alla cultura della montagna, per esempio, alla formazione di giovani e meno giovani, ai bambini, all’educazione al cammino, alla fatica prodiga di ricompense impagabili, all’arrampicata, agli sport in genere, ad attività di valorizzazione del patrimonio naturale che a piene mani è distribuito sulla nostra magnifica e preziosa montagna, spesso e ingiustamente bistrattata. Ora il sospetto di nuove speculazioni, di scarsa attenzione al turismo di qualità, più rispettoso dell’ambiente e delle sue peculiarità («più lento, più soave, più profondo», per citare Alex Langer), fa e farà discutere nei prossimi giorni. E poi si procederà, come al solito, su strade decise ai vertici. Strade nate già vecchie, che sembrano non portare più da alcuna parte se non da quella del profitto di pochi a scapito del sentire di molti. Dal Centro di ecologia alpina al resort esclusivo, davvero non c’è male: un percorso a ritroso, una storia già vista, un’idea di Trentino che poco ha a che spartire con l’«economia sostenibile» di cui tutti si riempiono la bocca. Lucia Coppola
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LUCIA COPPOLA NO AL RESORT
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